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Bandiere al vento


Oggi vogliamo condividere con voi un ricordo, una sensazione, che non abbiamo potuto testimoniare di persona, ma che è stampata ben chiara nelle nostre menti. Ce lo hanno raccontato i nonni, gli zii, gli amici di famiglia, lo abbiamo condiviso fin da piccoli con i nostri di amici, quasi a controllare che le versioni collimassero, e così era. La sensazione era sempre la stessa.

Oggi vi vogliamo raccontare com'è stato il primo 25 Aprile nella nostra città,

e lo facciamo con uno dei nostri libri del cuore: 60 TESTIMONIANZE PARTIGIANE.

"In città è addirittura un carnevale; le vie cittadine sono animate, le piazze zeppe di gente, i partigiani hanno già occupato i punti nevralgici della città e coloro che sono di servizio lo compiono esemplarmente;

gli altri godono dei festeggiamenti; molti ne approfittano per fare un salto a casa a salutare i famigliari. i bar ed i negozi sono aperti e, nonostante la carestia dei prodotti, sono animati.

La sfilata per le vie della città di tutte le formazioni partigiane, brigata per brigata, è rimasta nella mia memoria come la cosa più commovente e quella giornata è stata la più felice della mia vita. [...]

Fiori in quantità piovono su di noi; le vie sono piene zeppe. Osservo fra la moltitudine il pallido colore di molte persone, anche di giovani, che certamente hanno passato mesi nelle cantine, nei solai, in malsane camerette fuori dalla sule, dal sole e dall'aria aperta, sempre ossessionati dalla preoccupazione della cattura.

Al contrario ognuno di noi ha la pelle quasi bruciata dal sole, dal vento della montagna che ci ha abbronzati, resi forti oltre che nel fisico anche nel morale. Molti partigiani si sono lasciati crescere la barba,

era nel popolo la leggenda che voleva i partigiani con la barba lunga.

Le finestre, i balconi, gli edifici pubblici sono ornati di grandi bandiere,

di pennoni e striscioni tricolori che si mescolano alle bandiere rosse ed alcune bianche.

Mi trovo di fronte i miei ex commilitoni, sopravvissuti alle torture e alle condanne a morte. Mi abbracciano ed io solo ora so come sia la vera, grande e sublime felicità di un uomo.

Per cento, duecento metri, camminiamo stretti l'uno all'altro ed il popolo, questo meraviglioso popolo,

ci segue, comprende e ci applaude, anch'esso partecipe della nostra grande gioia.

Ed ora il nostro vessillo, la bandiera tricolore con la stella rossa, sventola su tutta la città,

nell'aria di primavera."

da 60 testimonianze partigiane, ZOOlibri, tesimonianza di Gismondo Veroni

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